Cronaca

I funerali di Peter, il ragazzo si era sparato in testa con una pistola

Resta ancora inspiegabile il gesto del ragazzo che ha travolto un'intera comunità

Peter Domenico Stanco, il ragazzo di 16 anni che si era sparato in testa con la pistola della madre, torna tra le braccia dei genitori per i funerali. La Procura ha liberato la salma, senza aver eseguito esami necroscopici approfonditi oltre quello esterno. Domani, lunedì 9 maggio si terranno i funerali. Il ragazzo è ricordato con enorme affetto dai compagni di scuola e dai ragazzi della comunità di Gesualdo. Nei giorni scorsi hanno organizzato una fiaccolata per l’amico.

Torna a casa il corpo di Peter Domenico Stanco, tra le braccia di papà Rocco e mamma Rita: i funerali

La Procura ha liberato la salma, non sono stati eseguiti esami necroscopici approfonditi oltre a quello esterno. Sul corpo eseguite le verifiche dal medico Legale Carmen Sementa. I funerali del giovane, come riporta Il Mattino, si celebreranno domani alle 10 nella chiesa di San Nicola a Gesualdo. Proclamato il lutto cittadino.

Dichiarata la morte celebrare del giovane

È il momento del dolore sommesso che prende coscienza di un fatto irrimediabile. Non si torna indietro da quel pomeriggio di sei giorni fa quando Peter ha preso la pistola, probabilmente della madre, ere puntarla al capo e mettere fine alla propria vita. Esploso quel proiettile, i parenti, i compagni di scuola, i professori di quel ragazzo di 16 anni che era stato adottato da una famiglia italiana, forse hanno preso coscienza del dolore immenso che covava in quel giovane cuore.

Venerdì pomeriggio in ospedale le procedure per la dichiarazione di morte, dopo ore strazianti di attesa davanti ai monitor che restituivano un encefalogramma piatto. Le domande che si pongono ora gli inquirenti sono quelle formalizzate in un fascicolo della procura.

Indagati i genitori

I genitori del giovane sono indagati per la mancata custodia delle armi che erano in casa. Ma c’è ancora il dubbio che ci possa essere stato qualcuno che ha spinto il ragazzo all’estremo gesto. Un’istigazione al suicidio che è tutta da verificare se fossero trovati elementi che dessero corpo all’ipotesi del bullismo nei confronti di Peter. Più pressante la problematica che riguarda i genitori di Peter riguardo alla mancata custodia delle armi.

Il fascicolo penale che è stato aperto è servito anche per consentire di effettuare le procedure tecniche successive al sequestro di computer e telefonini, ma anche di effetti personali della vittima come i vestiti, nei momenti successivi alla tragedia.

All’esito delle investigazioni sui dispositivi informatici, si potrà avere la certezza che non vi fosse alcun elemento di disturbo, messaggi, post, comunicazioni in genere, che abbia potuto turbare la serenità del ragazzo fino a spingerlo al gesto estremo. Non ci sono stati mai comunque, stando alle parole della dirigente scolastica della sua scuola, momenti di frizione con i compagni, e anche in paese non si è mai parlato di episodi traumatici che l’abbiano riguardato.

Il ricordo degli amici: i messaggi e la fiaccolata

Toccante il ricordo dei ragazzi del forum dei giovani di Gesualdo: “Giovane e gesualdino Doc come noi, sempre disponibile e sorridente come in quel Sant’Andrea pre Covid, perché i tuoi valori erano saldi come la tua abilità in chimica e nelle materie scientifiche”.

E ancora, gli amici che il 4 maggio avevano organizzato una fiaccolata silenziosa in paese dai Cappuccini a San Nicola: “Chissà se quel giovane sognatore che giocava a fare il pompiere riuscirà a spegnere questa tristezza diffusa, ardente ed angosciante, che da giorni accompagna in ogni momento i tuoi cari e tutto il paese”.

Al Liceo Scientifico Aeclanum, i suoi compagni sono attoniti: nessuno ha mai sospettato che un’ombra potesse offuscare la brillante mente di quel ragazzo. In tanti saranno al funerale, in tanto si sono radunati ieri mattina davanti all’istituto di Mirabella per commentare prima dell’ingresso (una foto dei suoi compagni è stata postata anche da papà Rocco su Fb con un eloquente: “grazie ragazzi”)

Ma forse percorsi mentali insondabili lo hanno portato a identificarsi con la vicenda della guerra in Ucraina, in cui anche il popolo russo di cui era figlio (era nato nel 2005 a Nizhnij Novgorod, 4 ore di treno veloce da Mosca) è oggi incolpevole protagonista.

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