Cronaca

Avellino, Genio Civile: 50 “furbetti del cartellino” rinviati a giudizio per truffa

L'accusa è di truffa aggravata, prima udienza il 15 dicembre

furbetti del cartellino al Genio Civile di Avellino sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di truffa aggravata. Tra i dipendenti del Genio Civile 50 sono stati rinviati a giudizio, mentre uno solo ha patteggiato. Il gup del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi ha stabilito che i 50 dipendenti dovessero affrontare il processo, relativamente al reato di truffa. Per loro il processo inizierà il prossimo 15 dicembre davanti al giudice del tribunale di Avellino, Michela Eligiato. Mentre ha stabilito che 8 lavoratori socialmente utili dovessero essere prosciolti dal reato di false attestazioni delle presenze in base all’articolo 55 quinques della legge del 2001.

Rinviati furbetti del cartellino del Genio Civile di Avellino

I lavoratori socialmente utili (all’epoca dell’inchiesta) mandati prosciolti – solo per un reato – sono Maria Noviello, Ivana Brogna, Maria Testa, Maria Guerriero, Massimo Conte, Antonio Ruocco, Felice Russo ed Eleonora Pirone difesi dagli avvocati Innocenzo Massaro, Michele Fratello, Antonio Sorice e Francesco De Beaumont. Patteggiamento accolto per Rosalia Rusolo ad 8 mesi di reclusione e al pagamento di 300euro di ammenda.

La denuncia

I 51 dipendenti rimasero coinvolti nell’inchiesta sull’assenteismo che prese il via dopo la denuncia presentata da un loro collega, ligio al proprio dovere. Quest’ultimo nel 2018 – stanco dei continui allontanamenti ingiustificati dei suoi colleghi presentò una denuncia alla procura di Avellino, facendo partire le indagini sulle assenze senza motivo, all’interno degli uffici di via Roma.

Dalle indagini sono emersi i comportamenti illeciti di 55 dipendenti

Indagini dettagliate che hanno preso il via nel 2018 e che hanno permesso di accertare i comportamenti illeciti di ben 55 dipendenti inizialmente. Divenuti poi 51 dopo l’archiviazione – disposta dai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta per quattro dipendenti: Antonietta Tomasetta, Carolina Fiordellisi, Sergio De Fazio e Michelina Miele per lieve tenuità del fatto. Tre i mesi di indagini effettuate anche con l’ausilio delle telecamere di videosorveglianza e con appositi servizi di appostamento al fine di controllare il comportamento dei lavoratori.

I dipendenti sotto inchiesta

Dovranno affrontare l’istruttoria dibattimentale: Pierluigi Amatetti, Patrizia Amatucci, Filomena Ambrosone, Michele Anastasi, Giovanni Biancardi, Francesco Cianciulli, Pietro Cirino, Mario D’Argenio, Elio Antonio Aldo De Luca, Giuseppe De Pascale, Carmine D’Onofrio, Alfonso Gennarelli, Francesco Giglio, Michele Gizzo, Gilda Guerriero, Emilio Iannaccone, Antonio Pasquale Iuliano, Michelangelo La Rosa, Giancarlo Maffei, Emerico Mariano, Carmela Marino, Toni Masi, Annamaria Melchionne, Maria Rosaria Melillo, Adele Moricola, Lucio Musto, Maichina Oliviero, Flaminio Pagliuca, Antonio Paolucci, Silvestro Pellegrino, Ivonne Penza, Rita Petracca, Antonio Picone, Vincenzo Scibelli, Angelo Sollazzo, Michele Testa, Rita Trasente, Caterina Vassallo, Ennio Vinciguerra, Tonino Campanile, Gaetano Todesca e Alfredo Barchiesi difesi dagli avvocati Gaetano Aufiero, Raffaele Tecce, Benedetto De Maio, Edoardo Volino, Nello Pizza, Anna Gizzo e Biagio Aretino.

L’accusa

I dipendenti sono accusati di truffa aggravata con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di relazioni d’ufficio. Stando all’ipotesi accusatoria, i dipendenti inquisiti avrebbero timbrato regolarmente il cartellino e poi si sarebbero allontanati senza autorizzazione dal luogo di lavoro. In particolare gli inquirenti contestano, in alcuni casi, di essersi trattenuti fuori dall’ufficio anche al termine dell’attività di servizio esterno ritardando il rientro ben oltre la pausa pranzo, evitando la decurtazione dei 30 minuti operata in automatico dal sistema di rilevamento delle presenze.

Molte le posizioni archiviate, prima ancora della chiusura delle indagini, in quanto le ore di assenza erano poche. Più gravi invece le posizioni dei dipendenti nei confronti dei quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio, che si sarebbero allontanate dal posto di lavoro per un totale di oltre mille ore. Ora i legali attendono il deposito delle motivazioni contestuali del giudice Rotondi per poter presentare i ricorsi avverso le sanzioni amministrative disposte dalla Regione Campania nei loro confronti.

I ricorsi

I ricorsi saranno presentati dagli avvocati Sergio Imbimbo, Antonio Sorice, Modestino Acone e Francesco De Beaumont dopo le sospensioni applicate nei confronti dei lavoratori socialmente utili e i licenziamenti disposti dall’Ufficio regionale che si occupa dei contenziosi sul lavoro.

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