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Racconti dalla verde Irpinia, questa settimana tappa a Prata di Principato Ultra

Racconti dalla verde Irpinia, un viaggio tra storia, cultura, gastronomia e racconti antichi. Questa settimana a Prata di Principato Ultra.

Racconti dalla verde Irpinia, questa settimana tappa a Prata di Principato Ultra

Viaggio tra i comuni della verde Irpinia, tra cultura, gastronomia e racconti antichi. Questa settimana Prata di Principato Ultra.

Il Paese

Superficie territorio: Kmq 10,78

Nome abitanti: Pratesi

Fiere e feste: Madonna dell’Annunziata (24,25 Marzo); Madonna del Carmine (25 luglio)

 

Le più antiche testimonianze di una frequentazione risalgono al  IV – III sec a.C., identificabili in gruppi stabili di Sannities Hirpini. L’era  romana è invece attestata da numerosi ritrovamenti archeologici di ville rustiche, edifici di culto imperiale, ruderi di acquedotti, antistanti la Basilica Dell’Annunziata, che rappresenta come le vicine catacombe un vivo esempio di continuazione di vita nella zona nella tarda età imperiale e all’epoca della dominazione longobarda del ducato beneventano. Il toponimo deriva dal latino Pratum. Nel 1146 era signore del luogo un discendente di Gulglielmo, Riccardo di Avelania al quale successe nel  1167 Pietro Ravanelli.. Nel 1239, al signore di Prata di cui non si conosce il nome l’Imperatore Federico II di Svevia affidò un prigioniero milanese Giacomo Scanzo. Prese poi possesso del feudo nel 1271 Antonio de Prata, seguito dal figlio Andrea (1308) e da Guglielmo Pagano (1218). Nel 1343 il paese passo nelle mani del nobile Lanzillo Minutolo, dal quale lo ottenne la figlia Giovanna, che portò nel 1372 Prata in dote al marito Giacomo Filangieri., futuro conte di Avellino. A riceverlo poi in eredità furono i discendenti Riccardo (1403) e Matteo (1408). Nel 1418 per volere di Giovanna II d’Angiò Prata fu donata al conte Sergianni Caracciolo, seguito dal primogenito Troiano Giacomo, duca di Melfi, il quale venne privato delle sue proprietà per aver preso parte alla fallita congiura dei Baroni contro re Alfonso d’Aragona. Verso la fine del secolo il feudo passò in mano alla famiglia Gargano di Aversa, l’ultimo erede  Francesco Domenico Ceasaro (1673), lo vendette  nel 1681 a Savino Zamagna, patrizio della Repubblica di Ragusa. Famiglia che lo governò fino alla fine della feudalità.

 

(spunti storici dal libro di Giampiero Galasso – I Comuni dell’Irpinia 1989)

 

 

 

Da visitare

 

Chiesa dell’Annunziata

 

Costruito nel VIII secolo. La facciata della chiesa, del tipo a capanna, presenta ai lati del portale due colonne frammentarie provenienti da costruzioni di età romana, con capitelli corinzi che reggono un arcata trifora. L’interno diviso in due corpi è ad una sola navata, con una cappella laterale destra settecentesca a cui segue il presbiterio della chiesa primitiva e la basilica longobarda voltante a botte con murature n opus vittatum. In ciascun lato dell’abside, a mezza altezza delle pareti, sono praticate tre arcatelle sorrette da piccole colonne tortili in terracotta, diverse fra di loro, di cui una è sostituita da un’ arula in pietra  di età repubblicana con breve iscrizione dedicata a Marte. Il cortile formato da colonne, iscrizioni e materiali architettonici di età romana, separano la chiesa dalle cos’ dette catacombe paleocristiane, sempre scavate nel tufo.  Si tratta, secondo recenti ritrovamenti di un sepolcro ipogeo del II III secolo d.C., la cui costruzione fu  voluta da nobili della vicina Abellinum. Possono inoltre ammirarsi due altarini, affreschi raffiguranti SS Pietro e Paolo, la Madonna ed un Angelo, sarcofagi in terracotta ed un sarcofago in travertino con iscrizione latina di un Tito Nonio Proculo.

Prodotto tipico locale

L’Irpinia è una terra buona per le api, molti Paesi producono un eccellente miele, dorato, profumato e gustoso. In quel di  Prata di Principato Ultra vi è una produzione molto prelibata del miele di ACACIA: ricco di sali, ferro e calcio, è limpidissimo, di colore chiaro ed il suo sapore è particolarmente delicato. Ha proprietà ricostituenti, è un ottimo disintossicante del fegato ed è particolarmente valido contro le irritazioni della gola.

 

La storia nel gusto

 

Gli struffoli di nonna Silvy

 

La nonna del Paese, prepara ogni anno con il suo buon miele gli struffoli per Babbo Natale, insieme alle sue nipotine, eccovi la ricetta:

 

Ingredienti:

 

500gr. di farina

 

5 uova

 

150gr. di zucchero

 

una scorza di limone e una di arancia

 

30gr. di burro

 

250gr. di miele

 

Liquore strega 1 decilitro

 

Confettini colorati q. b.

 

Procedimento:

 

Fate una corona con la farina, mettete al centro il burro, le scorze di limone e arancia grattugiate, le uova ed il liquore. Impastate bene il tutto. Formate dei bastoncini sottili che taglierete a piccoli pezzettini. Mettete la padella sul fuoco con abbondante olio per friggere. Fate cuocere gli struffoli. Quando saranno dorati scolateli e fateli asciugare su fogli di carta assorbente da cucina. In un recipiente di rame far bollire miele, zucchero e acqua. Quando sarà di colore giallo versarlo sugli struffoli precedentemente messi in un piatto. Divertitevi con i vostri nipotini a cospargere gli struffoli con i confettini colorati per completare questo tipico dolce natalizio.

( ricerca dal web)

 

 

 

 

 

Rubrica a cura di Elizabeth Iannone

Racconti da tutta l’Irpinia

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