Cronaca

Processo Blasco, il gioielliere: «Fu il prefetto a pagare»

AVELLINO. Emergono nuovi particolari nel processo che vede imputato con l’accusa di corruzione, l‘ex prefetto di Avellino, Isernia e Benevento, Ennio Blasco. Con lui anche tre imprenditori, Carlo e Carmine Buglione e il cognato Erasmo Caliendo.

Processo Blasco, il gioielliere: «Fu il prefetto a pagare»

«Gli oggetti di valore acquistati presso la mia attività, tra cui gli orologi, li ha pagati il prefetto. Per quanto riguarda gli altri monili che sono stati consegnati al prefetto sono stati tutti restituiti o pagati sempre da Blasco, mai dai Buglione». Ad affermarlo ieri in aula il gioielliere Cerciello, titolare dell’attività presso il centro commerciale Vulcano Buono di Nola, dove il prefetto Blasco fu fotografato insieme ad altri due imputati dagli agenti del Gico.

La vicenda

Le dichiarazioni si riferiscono a presunti regali che l’ex prefetto avrebbe ricevuto dai Buglione in cambio di favori che agevolassero le loro società, la Service Group e la Over Security.

Tra i testi anche il dirigente della Prefettura di Avellino, Mario la Montagna, che ha parlato degli accreditamenti di estensione territoriale delle attività concessi ad alcune società quando Blasco era prefetto.

Stando a quanto riferito, durante il periodo contestato, la richiesta della Over Security era stata rigettata. Erano state accreditate, invece, alcune aziende concorrenti, con la procedura del silenzio assenso.

L’azienda aveva poi ottenuto il permesso, con il medesimo iter, quando Blasco non era più prefetto.

L’udienza

La prossima udienza è stata fissata per il 30 maggio.

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