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Laceno, Pagnini: «Il sindaco aveva bloccato la manutenzione»

BAGNOLI IRPINO. Pagnini, ex direttore della stazione sciistica, ha risposto a muso duro alla nota del sindaco di Bagnoli Irpino che aveva preso posizione su manutenzioni straordinarie e ordinarie delle attrezzature sul Laceno. Il direttore tecnico della stazione sciistica ha innanzitutto puntualizzato di aver «vissuto da vicino l’iter per la manutenzione – sia straordinaria che ordinaria – degli impianti».

 

 «Seri problemi di sicurezza all’intera area del Laceno»

 

«L’opporsi ai lavori di manutenzione ordinaria, che il comune ha intimato al concessionario, ha ulteriormente messo a repentaglio la sicurezza dell’area» spiega Pagnini e attacca sindaco e amministrazione comunali perchè «il fermo dei lavori ordinari non è di poca importanza: hanno messo in serio pericolo di stabilità le piste da sci e le strutture a valle esistenti, col rischio di frane e smottamenti».

 

“Sindaco e amministrazione? Incompetenti”

 

Poi rincara la dose: «Deduco che il sindaco, l’amministrazione e il tecnico comunale non hanno attinenza e competenza sulle questioni tecniche di salvaguardia dell’ambiente e sicurezza». Non solo: il direttore tecnico parla anche di incapacità a programmare, progettare il lavoro per il funzionamento della stazione e la sua gestione.
Pagnini, inoltre, scrive nella sua nota alla stampa che i lavori di manutenzione straordinaria sono una «palese strumentalizzazione in quanto gli interventi sono presenti nella specifica segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) rilasciata dallo stesso Comune. I primi lavori sono interventi straordinari di revisione quinquennale e sono necessari per il primo anno di proroga di vita tecnica per le seggiovie. Gli altri lavoro, obbligatori, riguardano una revisione periodica decennale».

Questi ultimi sono stati cominciati nel 2016 e sarebbero terminati nello scorso maggio se il sindaco non li avesse bloccati, insieme coll’amministrazione e il tecnico comunale. Nel bel mezzo dei lavori di manutenzione straordinaria proprio il primo cittadino aveva diffidato «il concessionario con atto di significazione e relativa minaccia di azioni d’autorità».

Nonostante dal Ministero – attraverso l’ufficio speciale trasporti a impianti fissi (USTIF) – fosse stata «rilasciata l‘ammissibilità alla revisione decennale in atto».

 

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