Curiosità

È la Campania la regione con la più alta propensione all’azzardo

“Fortuna multis dat nimis, satis nulli”.

E’ uno dei più famosi epigrammi del poeta latino Marco Valerio Marziale. Tradotto in italiano recita più o meno così: “La fortuna dà troppo a molti, a nessuno dà abbastanza”.

Ma non è il caso di quanto successo stavolta a San Martino Valle Caudina. Nel piccolo comune, meno di 5.000 abitanti, in provincia d’Avellino è stato centrato un 10eLotto da 100.000 euro di vincita giocandone solo 4.

Non poteva essere diversamente, aggiungiamo con un pizzico di rammarico. Perché quello italiano sembra essere un popolo di giocatori.

Dando uno sguardo ai dati nazionali scopriamo, infatti, che l’azzardo è passato dal raccogliere 19 miliardi di euro nel 2000 a 96 sedici anni più tardi (per il 2017 ed il 2018 dovrebbe essere superata la fatidica quota 100).

Un settore che vede attive 6.600 imprese, che dà lavoro a oltre 100.000 individui (il 20% nella filiera diretta, l’80% in quella indiretta), che può contare su 238.000 punti vendita sparsi in tutto lo Stivale (il 45,9% al nord, il 21,1% al centro, il 33% nel meridione).

E la Campania, almeno nei numeri, non sembra voler essere da meno.

Stando ad uno studio reso noto qualche mese fa dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, in Italia la popolazione adulta (18 anni o più) investe nel gioco una media di 1.474 euro/anno.

Il dato che rintracciamo a livello regionale risulta però superiore.

Con una media di 1.530 euro/anno impegnati da ogni maggiorenne, la Campania finisce con l’essere la quinta regione più propensa al gambling, dietro solo all’Abruzzo (1.767), la Lombardia (1.748), l’Emilia Romagna (1.668) e il Lazio (1.606).

Più della metà dei soldi tirati fuori dal portafoglio dei player (il 53,3%) finisce in quelli che sono definiti giochi di nuova generazione. Si tratta delle famose new slot machine da bar (AWP), delle videolottery (VLT), dei passatempi offerti dalle sale da gioco online, come casino.netbet.it. Un terzo (il 30,1%) è invece riservato ai giochi della  tradizione. Tanto per fare qualche nome: il Lotto, il Super Enalotto, il bingo. Infine, la restante parte (il 16,6%) è catturata dal betting. Non solo scommesse sportive, soprattutto sul calcio, ma anche quelle legate all’ippica.

Ma a sorprendere è soprattutto un altro dato che trova cittadinanza nel rapporto e che fornisce           invece una approssimazione della propensione alla spesa per il gioco d’azzardo.

Rapportando quei 1.530 euro/anno al reddito disponibile per ogni adulto, ci ritroviamo di fronte a una percentuale in doppia cifra: 10,2. Evento questo che non accade per nessun’altra delle venti regioni considerate e che pone la Campania davanti all’Abruzzo (9,7%), il Molise (8,3%), la Puglia (8,3%) e la coppia Calabria e Lazio (entrambe al 7,7%).

Soprattutto la pone ben al di sopra del dato nazionale che si attesta sul 7,2%.

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