Cronaca

Ariano Irpino, prof di musica chiede agli alunni di portare lo spartito di “Faccetta Nera”

Ha dell’assurdo quanto avvenuto all’istituto “don Lorenzo Milani” di Ariano Irpino dove un prof di musica ha chiesto agli alunni delle scuole medie di portare in classe lo spartito musicale ed il testo dell’inno fascista “Faccetta Nera“. L’assurda richiesta ha generato non poche polemiche tra i docenti e i genitori degli alunni.

Ariano Irpino, prof chiede agli alunni di portare lo spartito di “Faccetta Nera”

Contattato da Fanpage, il preside della scuola afferma: “Noi ripudiamo in maniera esemplare queste cose – dice il preside – abbiamo richiamato più volte il professore, tra due mesi andrà a casa per la pensione, ne ha fatte di tante, questa qui è eclatante perché sembra prendere in giro chi festeggia la Liberazione. È stata una cavolata”. Il 24 aprile proprio nella sala cinema dell’Istituto Don Milani ci sarà una cerimonia per ricordare le tante vite costate per la liberazione dal nazi fascismo, come sottolinea il preside: “Ci teniamo a questa commemorazione”.

La replica

Innanzitutto, bisogna chiarire che non c’è stata alcuna richiesta didattica di cantare né suonare la canzone, così come non era prevista alcuna esecuzione della canzone in nessun ambito né pubblico né privato. Durante le lezioni di educazione musicale dal Professore vengono trattati diversi argomenti sia di natura tecnica (notazione, tempo, ritmi, e molto altro) che interpretativa (dinamiche e agogiche principalmente). Nel corso delle lezioni di pratica musicale durante l’ascolto e lo studio di canzoni dello stesso periodo, oltre a canzoni di epoca risorgimentale, nonché l’inno nazionale, è emersa la curiosità, da parte dei ragazzi,
di ascoltare questa canzone “incriminata” non in programma.

L’utilizzo del brano “Faccetta nera” ricade in un contesto didattico di confronto sugli argomenti summenzionati in relazione alla struttura naturale del brano e all’orecchiabilità della melodia che, così come altre, viene considerata in funzione della propria struttura musicale, svuotandola e deprivandola
completamente del contenuto ideologico/politico che generalmente viene associato alla
melodia. Gli stessi studenti, per poter avere un riferimento sullo studio di queste differenze, hanno chiesto lo spartito con il testo e il docente ha provveduto a scaricalo da internet e inviarlo sul gruppo whatsapp degli studenti insieme a un altro brano, proprio come esempio di ritmi e metriche in contrapposizione a quelli di altri brani studiati nel corso dell’anno.

Questi sono i fatti. Pertanto, ancora oggi, non si capisce quale blocco avrebbe posto il preside nei confronti del docente, visto che, preme ribadirlo con fermezza, nessuna esecuzione del brano era stata richiesta dal mio assistito agli studenti. Il professore, con molti anni di docenza alle spalle, organista religioso, persona impegnata nel sociale, non può che essere notevolmente rammaricato da tutto questo clamore
mediatico. Ovviamente, conoscendo le dinamiche giornalistiche, sappiamo bene che associare quanto accaduto al 25 Aprile ne fa risaltare il clamore, ma sarebbe opportuno ricondurre la vicenda nei limiti della verità e contestualizzarla.

Con l’occasione, il Professore, mio tramite, vuole ringraziare i numerosi messaggi ricevuti da parte dei suoi studenti i quali gli hanno manifestato solidarietà e vicinanza; gli stessi, conoscendo realmente i fatti, hanno espresso il loro stupore per quanto sta accadendo. Il mio assistito, inoltre, per il tramite del mio Studio Legale, si riserva tutte le azioni a tutela della propria reputazione e onorabilità“.

Annalisa Barra

Annalisa Barra, giornalista del network L'Occhio, è esperta di comunicazione, scrittura Seo, social media e copywriting.

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