Cronaca

Violenze nel carcere di Ariano Irpino: detenuto aggredisce guardia e un altro si scaglia contro la direttrice

Il Sappe "Ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario"

Ancora violenza nelle carceri campane. Nella giornata di ieri un detenuto del carcere di Ariano Irpino ha dato in escandescenze e ha aggredito una guardia carceraria. L’uomo, origini napoletane, ha colpito con una testata il volto dell’agente ferendolo gravemente. A raccontare l’episodio violento è Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Ariano Irpino: detenuto aggredisce agente penitenziario

Nella giornata di ieri, dopo l’apertura delle celle, verso le ore 08,00 un detenuto di origini napoletane, con posizione giuridica di definitivo e con mansioni di lavorante, per futili motivi ha aggredito un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria. L’aggressione è stata cosi repentina che il collega veniva colpito con violenza da una testata al volto, tali da renderlo inidoneo al servizio e da dover ricorrere a cure specifiche” afferma Fattorello.

Aggredita la direttrice del penitenziario arianese

Ma le violenze nel carcere di Ariano Irpino quel giorno non erano finite: “Nella stessa giornata, sempre nell’istituto Arianese, verso le ore 12,30 un altro detenuto di origini casertane, definitivo per reati comuni, improvvisamente andava in escandescenza durante il Consiglio di Disciplina presieduto dal direttore del Carcere. Il violento soggetto, che non riteneva di essere punito per altre infrazioni commesse, tentava di aggredire con violenza la Direttrice.

Il tempestivo intervento dei poliziotti presenti, che hanno immobilizzato l’uomo, ha però fortunatamente evitato il peggio, così che la dirigente venisse tutelata e protetta da eventuali danni fisici. Nell’azione di contenimento un Ispettore riportava contusioni e faceva ricorso alle cure dei Sanitari. Il detenuto in questione oltre il tentativo di aggressione si è reso responsabile di chiare e gravi minacce di morte rivolte nei confronti del Direttore“, prosegue

Fattorello: “solidarietà alla Polizia Penitenziaria in servizio ad Ariano Irpino”

Fattorello esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per il Personale di Polizia Penitenziaria in servizio a Ariano Irpino e aggiunge: “L’Autorità Giudiziaria competente è stata informata degli eventi critici della giornata di ieri per quanto altro a praticarsi. Il SAPPE Campania è vicino al Personale di Ariano Irpino che ha riportato danni fisici, al quale augura una veloce ripresa, nello stesso tempo si esprime compiacimento per l’azione di tutela e protezione nei confronti del Direttore dalla cieca violenza messa in atto dal violento detenuto. Ancora una volta il personale della Casa Circondariale di Ariano si distingue per professionalità pur lavorando in condizioni emergenziali ormai croniche di varia natura che rendono la struttura un vero ‘”carcere di frontiera” come il SAPPE campania ha sempre denunciato. Si esprime solidarietà alla Direttrice della struttura penitenziaria per quanto accaduto e per le gravi minacce ricevute.

Sappe: “ormai è un bollettino di guerra”

Per Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre“, afferma.

La mancanza di strumenti di difesa adeguati

La quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria non si contraddistingue affatto per violenza ma per operatori della sicurezza che sanno conciliare invece le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato.”

“E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino?“.

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