Cronaca

Tagli alla Guardia medica: lo Smi si mobilita

AVELLINO. «No ai tagli presso i presidi di continuità assistenziale ad Avellino ed in tutta la Campania. No allo smantellamento e depotenziamento dei servizi territoriali. Lo Smi di Napoli e di tutta la Campania è a fianco di tutti i colleghi di Avellino e della Regione per difendere il servizio di continuità assistenziale». È la nota dello Smi, Sindacato dei Medici Italiani.

Tagli alla Guardia medica: lo Smi si mobilita

«In riferimento alla notizia diffusa ieri dalla stampa locale circa i presunti tagli al servizio di continuità assistenziale in Irpinia – continua la nota – lo Smi della Asl Napoli 1 con il segretario Ernesto Esposito insieme al  dirigente  sindacale Nazionale dello Smi, Gennaro Bassano,  si mobilitano  e richiedono  tramite la  rappresentante nella Asl Avellino  dello Smi  in comitato 23 Pina Vessichelli la copia di  tutti  gli   atti posti in essere dalla Asl di Avellino.

Il Sindacato dei Medici Italiani  Campano si è già mobilitato quindi e provvederà a trasmettere  tutti  gli atti  che perverranno dalla Asl di Avellino  all’ufficio legale del Sindacato dei Medici Italiani a Roma per valutare la correttezza ed il rispetto delle  procedure poste in essere nonché gli adempimenti previsti dalla legge.

Se queste notizie saranno confermate ci mobiliteremo a fianco dei colleghi di Avellino aggiungono  Esposito e Bassano ed organizzeremo  tutte le forme di protesta previste dalle normative vigenti per garantire la continuità assistenziale alla cittadinanza ed i diritti dei medici.

Attendiamo quindi di poter  leggere i provvedimenti della ASL  concludono  per  chiedere anche nei prossimi giorni un incontro urgente con la Regione Campania in comitato 24.

Ci appelliamo inoltre al  Ministero della salute chiedendo sin da ora un incontro  a Roma con il  Ministro  poiché l’eventuale riduzione del numero  dei medici in servizio determinerebbe  di fatto oltre che ai gravissimi disservizi per la cittadinanza  anche un ulteriore rischio per l’incolumità dei medici aumentando quindi il numero  delle possibili aggressioni».

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