CuriositĆ 

Vita breve a decoder e televisori: presto non fungeranno piĆ¹

L’inizio del prossimo cambio di frequenza ĆØ previsto per il 2020, il pieno compimento per il 2022: a cominciare dai canali locali, per guardare la tv bisognerĆ  cambiare decoder o televisore.
Se ad oggi, infatti, persiste il tubo catodico in molte case, in tante altre sono state acquistate le piĆ¹ moderne tv col decoder integrato: anche queste rischiano di finire come con le antesignane, con un decoder esterno.

Se giĆ  dal 2016 vigeva l’obbligo per i produttori di consegnare ai rivenditori solo tv compatibili col nuovo standard Dvb-t2 e dal 2017 l’obbligo per i i rivenditori di vendere solo gli apparecchi di nuova generazione o comunque giĆ  adattati, non ĆØ scontato che tutti abbiano osservato la normativa. Tuttavia le stime sono rincuoranti:Ā giĆ  oggiĀ circa il 60% dei televisori rispetta i nuovi standard ed ĆØ verosimile che si raggiungerĆ  la totalitĆ , o poco meno,Ā nel 2020.

 

Occhio ai nuovi acquisti

 

Anche per questo motivo, chi dovrĆ  cambiare apparecchio in questo periodo di transizione, prima di effettuare l’acquisto farĆ  bene a verificare che il nuovo prodotto sia compatibile con le nuove frequenze:Ā il televisore deve supportare lo standard DVB-T2 e il piĆ¹ recente codec H265/HEVC.

 

PerchĆØ il cambio di frequenza

 

Il passaggio ĆØ reso necessario dalla scelta di assegnare le frequenze dell’attuale digitale terrestre ai tablet e smartphone: le telecomunicazioni mobili 4G e 5G saranno molto piĆ¹ veloci mentre i canali televisivi aumenteranno esponenzialmente la qualitĆ  delle immagini e dei suoni trasmessi.

SarĆ  forse una coincidenza, ma questo cambio di frequenza rimpinguerĆ  le casse di molti produttori in un mercato che si andava spegnendo. Nel primo semestre del 2017 la vendita di televisori ĆØ diminuita tra il 10 e il 46 per cento. Un calo costante dal 2015 che aveva avuto un lieve beneficio in funzione degli Europei di calcio.

 

La copertura finanziaria

 

In vista dell’ingente spesa, il governo ha stanziato 100 milioni di euro per agevolare il cambio: la legge di bilancio che regola l’asta per l’ultramobile prevede una clausola di salvaguardia affinchĆØ il governo possa aumentare ilĀ budget previsto, attingendo alle risorse previste come compensazione per le emittenti televisive che dovranno cambiare frequenze.

La legge ha destinato circa 25 milioni di euro all’anno, dal 2019 al 2022, per gli utenti ultrasettantacinquenni in condizioni economiche di disagio, giĆ  esonerati dal canone.

 

Intanto l’Associazione dei consumatori Adoc attacca: una spesa evitabile (leggi qui)

 

 

 

 

 

 

 

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