Cronaca

Solofra, truffa in conceria con i ristori del Covid

La truffa in conceria con i ristori del Covid a Solofra: in piena pandemia le loro società avevano fatturato qualcosa in più

La truffa in conceria con i ristori del Covid a Solofra: in piena pandemia le loro società avevano fatturato qualcosa come 450 milioni di euro. Secondo quanto riporta il Mattino la Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 79 milioni di euro.

La truffa con i ristori del Covid a Solofra

Un’indagine ha scoperto una maxi truffa che ha portato al sequestro di oltre 79 milioni di euro. Quaranta tra imprenditori della concia del Solofrano e commercialisti, ma anche residenti del posto, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al riclaggio e autoriciclaggio, alla truffa, alla falsa fatturazione. Il denaro proveniente dall’acquisizione illecita di finanziamenti provenienti dagli aiuti di Stato nel periodo del Covid, ma anche dal traffico di droga, era utilizzato per ottenere vantaggi patrimoniali mediante la creazione e gestione di imprese di comodo per emettere fatture attraverso società cartiere nel settore della concia delle pelli.

L’inchiesta

L’inchiesta della procura di Avellino, ha appurato come i ragionieri e contabili dello studio omonimo, Francesco e Michele Lissa fornivano assistenza per le fatture e le operazioni inesistenti trasferendo il denaro e la registrazione delle fatture per beneficiare dei vantaggi fiscali nella fase della pandemia.

I nomi

Sabino Picariello, Riziero Barbato, Carmine Camerlengo e Pasquale Casale  avevano il compito di individuare persone in grado di impiegare denaro e mettono in contatto gli investitori con i gestori delle società coinvolte, in particolare Nicola Vignola, Cristian Pirolo e Vincenzo Luciano. A Giuseppe Fazzone è affidato il compito di individuare persone in grado i di intestarsi le società coinvolte nel meccanismo delle false fatturazioni. A Carmine Loffredo, dipendente di un notaio di Avellino, il compito di costituire o far cessare le imprese e variare le compagini societarie. A Paolo Adinolfi, Luigi Gasparri e Luca Gasparri l’accusa assegna il compito di prelevare presso gli istituti di credito e trasportare somme di denaro da impiegare nel meccanismo delle false fatturazioni. A Gerardo Pirolo, Tommaso Maffei, Dario Spinelli, Tommaso Gallo, Vitantonio Prisco, Michela Sidero e Ariosto Guacci.

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