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Solchi Sperimentali Kraut, al Godot torna il critico Antonello Cresti

AVELLINO. Al Godot Art Bistrot torna il critico musicale fiorentino Antonello Cresti con il suo ultimo libro “Solchi Sperimentali Kraut” dedicato alla “musiche altre” prodotte in Germania tra il 1968 e il 1983

Dopo il successo dello scorso anno con la presentazione del secondo volume di “Solchi Sperimentali” dedicato alla musica di ricerca italiana, lunedì 7 maggio, alle ore 21, torna al Godot Art Bistrot il critico musicale Antonello Cresti per presentare il terzo capitolo della sua accurata ricerca “Solchi Sperimentali Kraut”, pubblicato da Crac Edizioni.

Solchi Sperimentali Kraut, al Godot torna il critico Antonello Cresti

A introdurre e intervistare lo scrittore fiorentino ci sarà, come lo scorso anno, la giornalista culturale de Il Mattino Antonella Russoniello, da sempre appassionata di musica rock, di progressive e di tutte le contaminazioni nate nei favolosi anni ’70. Proprio in quel periodo, mentre il mondo anglosassone risplendeva per le glorie rock e del prog, successivamente si preparava al nichilismo punk e ai suoni distorti della new wave, nella Germania piagata dalla sconfitta nella II Guerra Mondiale e dalla Guerra Fredda, nasceva questo fenomeno così divergente, così apparentemente lontano dalla volontà di compiacere il pubblico eppure così fortemente destinato a influenzare in maniera carsica tanta della musica a venire.

“Il lavoro di Cresti ha dell’incredibile – commenta Antonella Russoniello – innanzitutto per la mole di informazioni che contiene, per i due esaustivi saggi introduttivi di Valerio D’Onofrio e Valeria Ferro, per le tantissime le schede monografiche curate da Cresti sui gruppi e sugli artisti fioriti in quel periodo. Tante le interviste con questi personaggi, a volte controversi, altre volte in qualche modo “sopravvissuti” ad una stagione ad alto tasso lisergico, altri raggiunti da Cresti con grande difficoltà, sostenuto solo dalla sua ferrea passione per le “musiche altre”. Privo di qualsiasi pretesa di esaustività, il volume di Cresti cita le altre pubblicazioni sull’argomento, la più nota delle quali è quella di Julian Cope “Krautrocksampler”, per discostarsene metodologicamente evitando il più possibile di appiccicare ad un fenomeno che geneticamente rigetta ogni definizione ogni altra etichetta se non quella di “musica sperimentale tedesca”. Molto belli i collegamenti con le coeve esperienze della musica contemporanea, uno su tutti Karlheinz Stockhausen, con i fenomeni sociologici, storici, politici ed economici. Questo, come gli altri due capitoli di “Solchi sperimentali” è un libro che non può mancare nello scaffale dei libri preferiti dell’appassionato di musica”. 

Oltre ai libri, il progetto di Cresti è già andato molto oltre con la creazione della Rete Solchi Sperimentali che ha coinvolto attraverso l’omonimo gruppo Facebook oltre 2600 appassionati; ha inoltre realizzato il film “Solchi sperimentali” e sta completando in questi giorni il docu-film “Non cercarti fuori” su Juri Camisasca; ha inoltre già organizzato una decina di date del “Solchi Sperimentali Fest” e una serata-tributo dedicata a Claudio Rocchi; un’etichetta discografica, “Solchi Sperimentali Discografici” e una nascente collana editoriale, completano per adesso, l’attività del vulcanico Cresti.

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