Cronaca

Smog ad Avellino, il primo sforamento dei limiti di PM10 è già arrivato

Smog ad Avellino, il primo sforamento dei limiti di PM10 è già arrivato, ed è datato 5 gennaio. L’emergenza neve ha aggravato la situazione a causa dell’uso massiccio di stufe e sistemi di riscaldamento.

Smog ad Avellino, il primo sforamento dei limiti di PM10 è già arrivato

Ormai è chiaro, il problema dello smog ad Avellino non è causato dalle auto ma dagli impianti di climatizzazione.

A causa della conformazione concoide della città, oltre ai suoi fumi, Avellino deve fare i conti anche con quelli provenienti dai comuni limitrofi, che creano come un tappo di smog sulla città, aggravato dalle inversioni termiche continue, tipiche del clima irpino.

A questo si aggiungono gli impianti di riscaldamento presenti nel Capoluogo, che molto spesso sono centralizzati e alimentati a gasolio, molto spesso risalenti addirittura agli anni 50.

Per completare il quadro, ci sono i fumi provenienti dagli impianti di riscaldamento dei comuni limitrofi, principalmente costituiti da caminetti e stufe alimentate a pellet.

Il primo sforamento del 2019

La centralina dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale posta a via Piave per il rilevamento del Pm10 fa registrare ben 68 unità, a fronte di un tetto fissato, per legge, di 50.

E il bilancio del 2018 certo non è dei migliori: 46 sforamenti, a fronte di un massimo consentito di 36, e la fine dell’ordinanza antismog certo non aiuterà nelle prossime settimane, considerando che è in arrivo una nuova ondata di gelo su tutta l’Irpinia.

 

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