Cronaca

Rivolta nel carcere di Ariano Irpino: detenuti tentano di sfondare il cancello

La clamorosa azione di protesta, rientrata solo grazie al tempestivo ritorno in carcere degli agenti liberi dal servizio

Rivolta nel carcere di Ariano Irpino nella serata di ieri, sabato 29 gennaio. Alcuni detenuti hanno cercato di sfondare il cancello di sbarramento per fuggire ma sono stati bloccati solo grazie all’arrivo dei rinforzi. La clamorosa azione di protesta, rientrata solo grazie al tempestivo ritorno in carcere degli agenti liberi dal servizio.

Tensioni al carcere di Ariano Irpino

Croniche carenze di organico rendono sempre più difficili e rischiose le condizioni di lavoro degli agenti. Lo segnalano i referenti sindacali dell’Osapp Cgil, che scrivono alle segreterie nazionali e alle direzioni regionali e provinciali delle carceri. Ieri sera proteste e rivolte nella sezione uno del carcere. “I detenuti hanno opposto resistenza nel rientrare nelle camere di pernottamento creando disordini con la concreta intenzione di sfondare il cancello di sbarramento per guadagnare l’uscita“.

La denuncia del sindacato Osapp Cgil

I detenuti oltre ad essere stati avvisati comandante e direttore giunti in sede sono stati avvisati anche dalla sorveglianza generale assicurata da un Assistente Capo e non dal ruolo naturale degli ispettori e/o sovrintendenti, a causa di poco personale in servizio. Per fronteggiare la criticità in atto, l’agente ha dovuto richiamare in istituto unità di rinforzo libere dal servizio per aiutare a gestire la protesta la quale è stata riportata brillantemente alla normalità ripristinando ordine, sicurezza e legalità grazie all’ausilio degli intervenuti. Per la Casa Circondariale di Ariano Irpino, la forza lavoro prevista è di 165 unità, ma in realtà al lavoro ci sono 135 unità, di cui 23 unità distaccate in altre strutture per problemi familiari e/o per ragioni di servizio e 7 unità in entrata provenienti da altre sede con le stesse motivazioni delle uscite. Il tutto senza dimenticare i 25 Poliziotti in convalescenza a disposizione (ospedale militare) CMV di cui n. 2 prossimi alla pensione.

Personale realmente in servizio attualmente è deil 60% della forza operativa e cioè circa 70/80 unità di Polizia Penitenziaria a fronte di 165 unità necessarie – spiegano -. Si devono garantire i diritti soggettivi, riposi, smaltimento congedi vecchi e nuovi, benefici legge 104, L.151, assenze giustificate per problemi di salute e Covid-19, permessi politici, permessi sindacali. tra l’altro a causa della grave carenza del personale anche del Comparto Funzioni Centrali diverse unità di Polizia Penitenziaria sono impiegate in uffici amministrativi e contabili assottigliando ancora di più la forza operativa, tutto questo è emerso anche dall’ultimo incontro presso la direzione, motivo per il quale non si è potuto procedere alla discussione del Protocollo Intesa Locale per evitare che un eventuale accordo rimanesse carta straccia“.

La carenza di peronale

Nella struttura Arianese c’è una palese violazione della Costituzione e a farne le spese e solo e sempre la Polizia Penitenziaria che ogni giorno tra mille difficoltà svolge questo delicato compito Istituzionale. Urgono iniziative con le quali affrontare e risolvere i problemi legati alla sicurezza e di interagire con i vertici del DAP affinché per sopperire alla mancanza di personale di valutare la possibilità di assegnare in via straordinaria un contingente di almeno 10/15 unità di Polizia Penitenziaria prevedendo figure di sovrintendenti e ispettori, oltre a quelli che dovrebbero arrivare, per continuare a gestire un istituto quasi al collasso, in attesa della mobilita` nazionale che probabilmente sarà fatta in coincidenza della assegnazione dei corsisti prima o dopo l’estate 2022. quando potrebbe essere troppo tardi per scongiurare scenari più gravi“.

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