Cronaca

Regolamento di conti nel carcere di Avellino: detenuto gravemente ferito alla testa

AVELLINO. Ancora alta tensione nelle carceri campane, tornate al centro delle cronache.

Commenta gli eventi accaduti nelle ultime ore nel carcere di Avellino, Emilio Fattorello, Segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Nelle carceri della Campania la tensione è costante e continua. È la volta della Casa Circondariale di Avellino che nella giornata di ieri è stato teatro di una feroce aggressione nei confronti di un detenuto che poteva avere risvolti drammatici”.

La vicenda

Nella sezione di Alta Sicurezza, ove sono i detenuti appartenenti alla criminalità organizzata, è avvenuto un proprio e vero regolamento di conti con una spedizione punitiva nei confronti di un detenuto di origini napoletane.

Un gruppo di 6/7 detenuti hanno infierito su altro loro compagno di detenzione colpendolo ripetutamente con violenza e fracassandogli in testa uno sgabello. L’intervento degli agenti è stato tempestivo e provvidenziale evitando così conseguenze che potevano essere fatali.

Il detenuto gravemente ferito alla testa con profonde ferite è stato trasportato con urgenza all’ospedale cittadino ove è stato suturato e sottoposto a specifici controlli per l’intera giornata.

“Una giornata di folle violenza, come tante, nelle sezioni detentiva messa in atto da detenuti che vagano nell’ozio totale per tutto il giorno fuori dalle celle, grazie ad un permissivo  regime detentiva che non garantisce quei contenuti della pena previsti dall’Ordinamento Penitenziario. Anche questa volta la professionalità degli agenti ha evitato il peggio sono in corso indagini interne sui motivi che hanno scaturito la rissa per dare dovute comunicazioni alle Autorità Giudiziaria Competente. Il SAPPE vuole fare un elogio ai colleghi della Polizia Penitenziaria della Campania che, nonostante le numerose aggressioni e il grande stress lavorativo, lavorano con grande dignità e spirito di corpo.”

Le condizioni delle carceri italiane, i numeri

“La situazione nelle carceri della Campania, dove oggi sono detenute oltre 7.500 persone rispetto ai circa 6.000 posti letto è sempre tesa ed allarmante”, denuncia il Segretario Generale SAPPE Donato Capece. “I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri campane nell’interno anno 2017 sono inquietanti: 924 atti di autolesionismo, 99 tentati suicidi, 1.094  colluttazioni e 68 ferimenti. I suicidi in cella sono stati 5 e 20  i decessi per cause naturali. Sono state, infine, 14 le evasioni da penitenziari della Campania: una da istituto e  13 a seguito della concessione di permesso premio e lavoro all’esterno.  E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”.

Per il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”.

E la proposta è proprio quella di “sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”.

Senza appello la denuncia del SAPPE: “I dati ci confermano che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni – che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria”.

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