Cultura ed eventi

Lettere dal passato, la religione imposta e regolata dalla Real Casa

AVELLINO. Con la rubrica  “Lettere dal passato” ricostruiamo la storia dell’Irpinia, mettendo insieme testimonianze vere e tangibili. Un viaggio nei meandri del passato irpino attraverso le lettere scritte dai nostri compaesani e custodite all’Archivio di Stato di Avellino.

Ecco la storia dell’Intendenza di Principato Ulteriore e la regolamentazione religiosa imposta.

La lettera

 La storia racchiusa in lettere ci offre la possibilità di capire come si viveva un tempo nel nostro Paese, quali limiti, doveri imposti e quanto sacrificio umano e sociale ci è voluto per arrivare alla libertà religiosa, d’espressione di comunicazione e/o sociale, di vivere liberi nelle proprie scelte e nel rispetto della comunità.

“Al Signore Direttore della Real Segreteria di Stato degli affari Interni, mi previene in data de’ a corrente, che il Governo ha risoluto, che non si faccia più uso né’ licei, collegi e scuole, tanto della Capitale, che del Regno, del catechismo della dottrina cristiana e dei doveri sociali stampato nel 1816 e proscritto dalla congregazione dell’Indice; che questo libro sia brugiato (bruciato) e punito chiunque ne serbasse copia. Lo partecipo a lei per farlo noto, e curarne l’esatto adempimento. L’Intendente N. Intonti.” (stralcio della lettera) – Avellino, lì 05 Maggio 1827

 La storia

 L’Intendenza rappresentava il fulcro della legalità sociale e culturale del tempo. Tutto era rigorosamente scritto e delegato alla diffusione popolare tramite questo ufficio. I rapporti tra il Re e la Comunità era gestito da missive ordinarie che decretavano gli andamenti amministrativi, civili, sociali ed economici di un territorio. Tutto era scritto e catalogato in perfetto ordine di emissione e di immissione all’interno dell’Intendenza. Ogni fatto, caso di ordine comune veniva gestito dalle missive interne all’Ufficio. La popolazione, aveva ben poca libertà di scelta in ogni piccola azione giornaliera che prevedeva il rapportarsi ad altro, fosse esso un cittadino con cui scambiare merce o una regolamentazione sociale da intromettere ex novo o da rinnovare.

 

A cura di Elizabeth Iannone

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