Curiosità

Lettere dal Passato: Dalla guerra alla fabbrica, storie di migrazioni meridionali

AVELLINO. Con la rubrica  “Lettere dal passato” ricostruiamo la storia dell’Irpinia, mettendo insieme testimonianze vere e tangibili. Un viaggio nei meandri del passato irpino attraverso le lettere scritte dai nostri compaesani e custodite all’Archivio di Stato di Avellino.

Questa settimana il passaggio volontario da città meridionali a grandi città industriali, un passato che torna a bussare, come vento di primavera mai dimenticato.

La lettera

“Credo di capire cosa significa il Palazzo di Cristallo a Palermo, una volta esisteva un bel negozio con questo nome a Palermo, ma credo non intendessi questo…è quasi incomprensibile che un uomo come Rappa, abbia potuto fingere con te un’amicizia, convivere con te per tanti mesi e averti tradito come Giuda. Egli è stato raggiunto dalla punizione, ma che cosa serve questo a te? Ed il colmo è che durante il tuo soggiorno involontario a Palermo tu non abbia potuto neanche vedere la tua famiglia! Questo mi pare un’ inutile crudeltà. Speriamo che tu e i tuoi compagni di sventura possiate rientrare presto alla normalità e possiate ritornare dalla vostra famiglia. Scrivimi alla fabbrica che mi arriva subito, a casa spesso resta in portineria per tanto.”

(Stralcio della lettera, Ernesto Walbaun – Milano 24 giugno 1941)

Il periodo dopo la guerra ha segnato la corrispondenza in Italia di pezzi di vita dolorosa e appassionante, giovani costretti ad abbandonare Paesi e famiglie distrutte dalla guerra, terre devastate e disintegrate, povertà e malessere in un futuro incerto. Ma mostra, con ancora più forza lo spirito comunitario di un popolo che non si abbatte e continua a lottare per avere e per dare un futuro migliore. Lettere per non dimenticare, mai come in questo momento storico/sociale un Paese devastato dalla pigrizia emotiva verso chi è in difficoltà, un Paese che non sa più dare sostanza e speranza ai giovani, un Paese che continua a mangiare senza rendersi conto che chi lo sostiene non ha più neanche fame. Per questo il passato conta e dovrebbe essere presente sempre, bisognerebbe tornare indietro per poter capire come andare avanti.

A cura di Elizabeth Iannone

 

 

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