Cronaca

Inchiesta sull’Us Avellino, maxi sequestro per l’ex presidente

Inchiesta sull’Us Avellino: sequestrati beni per 4 milioni e 700mila euro. Spuntano due nuovi indagati.  Ai primi sette, iscritti nel registro degli indagati nel 2018, si sono aggiunti il commercialista dell’ex patron dell’Us Avellino, nonché sindaco unico della società, Pasqualino Lo Vuolo, e Stefano Bisogno, legale rappresentante della Ss. Vis Montorese 1978 srl.

Inchiesta sull’Us Avellino

Decreto di sequestro emesso anche nei confronti degli altri indagati Walter Taccone, Alessandra D’Andrea, Maurizio De Simone, Massimiliano Sperduto, Alessio Andreottola, Francesco Caruso e Antonio Taccone.

Gli inquirenti contestano a Walter Taccone, in qualità di amministratore unico dell’Us Avellino 1912, l’omesso versamento dell’Iva in base alla dichiarazione annuale 2017 – relativa al periodo di imposta 2016 – dall’Us Avellino 1912 srl per un importo di 1.000.358,00. Mentre in qualità di presidente del Cda della Casa di Cura Santa Rita spa, i pubblici ministeri contestano l‘omesso versamento delle ritenute dovute sulla base delle dichiarazioni annuali dei sostituti d’imposta presentate, dalla società Casa di Cura Santa Rita spa – nell’ottobre e novembre del 2017 e relativi al periodo d’imposta 2016 per un importo di 967,275,23.

Fatture per operazioni inesistenti

A tutti gli altri indagati la procura di Avellino, guidata da Rosario Cantelmo, contesta invece, di aver emesso fatture per operazioni inesistenti al fine di consentire l’evasione delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto alla società Us Avellino 1912 srl.

Reato contestato agli indagati Maurizio De Simone, in qualità di legale rappresentante della Irpiniatecnolife2013 e amministratore di fatto della Lps s.a.s, Alessandra D’Andrea quale legale rappresentata dal 2015 al 2016 della Lps, Massimiliano Sperduto, legale rappresentante da ottobre a dicembre 2016 della Lps, Alessio Andreottola, legale rappresentante dal dicembre 2016 della Lps, Francesco Caruso legale rappresentanti della Mabevi da luglio 2015 ad agosto 2016, Antonio Taccone dall’agosto 2016 a maggio 2017.

Mentre a Walter Taccone e Pasqualino Lo Vuolo, gli inquirenti contestano, in concorso morale e materiale tra di loro, e in tempi diversi, il mancato versamento delle somme dovute dalla Società Us utilizzando in compensazione, crediti inesistenti per un importo annuo superiore a 50mila euro. Ed ancora ai due il pubblico ministero Teresa Venezia e il procuratore aggiunto Vincenzo D’Onofrio contestano di aver predisposto e depositato presso l’Agenzia delle Entrate una documentazione falsa ai fini del riconoscimento di un credito d’imposta.

Inoltre a Taccone e a Lo Vuolo viene anche ascritto il reato di false comunicazioni sociali in quanto, al fine di conseguire un ingiusto profitto, avrebbero esposto consapevolmente nell’esercizio di bilancio del 30 giugno 2016 dell’Us Avellino 1912 srl, fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica e patrimoniale della società. Mentre a Stefano Bisogno, sempre in concorso con l’ex patron dell’U.S. Avellino, di aver emesso delle fatture per operazioni inesistenti per un importo totale di 100.000,00 euro, con lo scopo di consentire l’evasione delle imposte sui redditi alla società calcistica.

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