Cronaca

Affidamento antichi volumi e reperti archeologici trafugati ad Ariano Irpino: i dettagli dell’operazione

I dettagli dell'operazione dell'affidamento

Affidamento antichi volumi e reperti archeologici trafugati ad Ariano Irpino: ecco i dettagli dell’operazione.

Affidamento volumi e reperti archeologici ad Ariano Irpino

Un consistente patrimonio storico culturale è stato restituito alla comunità di Ariano Irpino, attraverso un provvedimento di affidamento in giudiziale custodia, con facoltà d’uso, adottato all’esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento e condotte dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

I dettagli dell’operazione

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa presso la sala conferenze del Museo civico e della ceramica della locale cittadina. I beni, infatti, sono costituiti da volumi antichi, documenti archivistici, reperti archeologici e beni ecclesiastici, trafugati dalla Biblioteca comunale Pasquale Stanislao Mancini, dal Museo civico e della ceramica e dal locale Museo Diocesano.

Gli antichi volumi

Più nel dettaglio, si tratta di oltre 250 volumi di epoca compresa tra il XVI e il XX sec., trafugati dalla Biblioteca Mancini e dal Museo Civico locale, oltre 300 pagine spurie strappate da volumi antichi della Biblioteca Mancini, alcuni trafugati, altri ancora presenti in biblioteca, alcuni documenti archivistici e frammenti archeologici trafugati dal Museo civico e della ceramica, ove erano depositati a seguito delle campagne di scavo nella zona del Castello Normanno condotte dall’Università di Napoli negli anni ’80 e ’90. Ed ancora, 3 volumi antichi, di epoca compresa tra il XVI e il XVIII secolo e 3 documenti archivistici provenienti dalla biblioteca e dall’archivio della Diocesi locale – Lacedonia, 21 beni storico-artistici di natura ecclesiastica, tra cui elementi marmorei, reliquie, ornamenti sacri, trafugati dal Museo Diocesano locale tra il 2005 e il 2018.

Ipotesi di ricettazione, riciclaggio e impossessamento illecito di beni culturali

Le ipotesi contestate sono di ricettazione, riciclaggio e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. La più grave ipotesi di riciclaggio, prevista dall’art.648 bis del Codice Penale, è stata contestata poiché su diversi volumi sequestrati sono state rilevate abrasioni dei segni distintivi, finalizzate ad ostacolarne l’identificazione della provenienza furtiva. Si tratta di tecniche che hanno previsto la rimozione, mediante abrasione, del timbro ad inchiostro della Biblioteca Mancini e la cancellatura, mediante sovrapposizione di inchiostro moderno, delle antiche note di possesso manoscritte attestanti la provenienza dagli antichi conventi soppressi con le leggi post-unitarie e divenuti il fondo principale della Biblioteca Civica Pasquale Stanislao Mancini di Ariano Irpino. In alcuni casi, la prova dell’abrasione si è avuta grazie al confronto con vecchie fotografie dei frontespizi, eseguite in fase di catalogazione dei volumi. In altri casi, la cancellatura della nota manoscritta è stata decifrata grazie ad un microscopio digitale in uso ai Carabinieri del TPC.

La misura cautelare

Ovviamente il provvedimento all’epoca eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa all’epoca erano persone sottoposte alle indagini ed oggi imputati davanti al Tribunale di Benevento, quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Il sequestro

Nel corso delle numerose perquisizioni eseguite a carico delle persone coinvolte, sono stati complessivamente rinvenuti e sequestrati:

  1.  259 volumi della Biblioteca Mancini e del Museo Civico di Ariano Irpino;
  2. 316 pagine strappate da volumi antichi della Biblioteca Mancini, alcuni trafugati, altri ancora presenti in biblioteca; pagine ritrovate all’interno degli uffici della cooperativa che gestisce i servizi culturali del Museo Diocesano;
  3. 21 beni di natura ecclesiastica trafugati dal Museo Diocesano di Ariano Irpino, tra cui elementi marmorei costituenti parti di altari smembrati;
  4. 5 documenti archivistici provenienti dal Museo Civico e dell’Archivio Diocesano, tra questi l’ “inventario delle sacre reliquie e dei sacri arredi della chiesa Cattedrale di Ariano Irpino”. Questo elemento – si legge in un passaggio dell’Ordinanza del G.I.P. – appare particolarmente significativa poiché attraverso la consultazione di tale documento l’indagato era in grado di individuare gli oggetti e gli arredi sacri di maggior pregio e valore economico, per poi acquisirli illecitamente ed immetterli nel mercato;
  5.  52 beni librari risultati provento di vari furti commessi ai danni di biblioteche di vari enti civili ed ecclesiastici dislocati nelle province di Napoli, Benevento, Roma e Pisa;
  6. 4 beni storico-artistici provenienti dal Museo della Civiltà Normanna di Ariano Irpino;
  7.  1 pistola antica;
  8.  73 reperti di natura archeologica di epoca compresa tra l’età del bronzo (II millennio a.C., al IV sec. d.C., di produzione romana, campana e apula;
  9.  5 monete in bronzo risalenti al XIII/XIV sec., provenienti da scavi clandestini nell’Italia meridionale;
  10.  1 esemplare di testuggine marina imbalsamata, della specie “eretmochelys imbricata”, specie protetta dalla convenzione internazionale CITES (Reg. CE nr.338/1997, Legge 150/1992).
    A breve saranno restituiti anche gli altri volumi antichi in sequestro, provenienti da varie biblioteche del territorio nazionale.

Proposti per la confisca reperti archeologici

Saranno infine proposti per la confisca i reperti archeologici, la pistola e la testuggine marina.
Di fondamentale importanza per l’individuazione di tutti i beni è risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando TPC, il più grande database del mondo, con oltre 6 milioni di beni culturali censiti, sancita dall’art.85 Codice beni culturali e del paesaggio D.Lgs.42/2004.
Ma altrettanto fondamentale è risultata la catalogazione dei beni librari della Biblioteca Mancini e dei beni storico-artistici della Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia, svolta in collaborazione con gli organi periferici del Ministero della cultura, in loco oggi rappresentati dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania, diretta dal dott. Gabriele Capone e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno e Avellino, diretta dalla dott.ssa Raffaella Bonaudo.

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