Cronaca

Agnelli macellati e allevati abusivamente: scattano le denunce in Irpinia

AVELLINO. Durante la settimana precedente la Pasqua i Carabinieri Forestali hanno svolto controlli straordinari in allevamenti di ovini e caprini in tutta la Campania. Controllati 13mila ovini e caprini, scoperti allevamenti abusivi, etichette false, carne e latte senza tracciabilità.

Agnelli macellati e allevati abusivamente: i controlli in Irpinia

In provincia di Avellino sono stati denunciati per la macellazione clandestina di 5 agnelli il proprietario 59enne di un fondo di Fontanarosa, un 59enne di Pietradefusi e un 38enne di Bagnoli Irpino titolare di un allevamento di ovini: stavano macellando gli animali senza seguire le norme igieniche e senza aver prima proceduto al previsto stordimento delle bestiole.

In una casetta di legno nei pressi del fondo i Carabinieri hanno sequestrato 26 agnelli, presumibilmente prossimi alla macellazione, tenuti in assenza dei minimi requisiti igienico-sanitari. Sequestrati all’imprenditore anche i 250 agnelli che teneva nel suo allevamento su cui saranno eseguiti i prelievi ematici per attestarne le condizioni sanitarie e l’assenza di malattie infettive.

Le stalle erano peraltro abusive dal punto di vista edilizio, perché costruite in zona sottoposta a vicolo paesaggistico-ambientale in quanto nella “fascia di rispetto” del “torrente fredane”. Sigilli, dunque, alla struttura e agli attrezzi (coltelli, acciarini, compressore, strumenti di pesatura e ganci); immediata la distruzione delle carni.

Durante le verifiche è emerso persino che i cani da pastore erano privi dei microchip identificativi per cui si è proceduto alle sanzioni amministrative a carico dei proprietari.

Sempre nell’avellinese, in una macelleria di Mercogliano, è stato scoperto che veniva commercializzata carne di agnello pubblicizzata come “allevata in italia” ma proveniente da allevamenti spagnoli.

A San Potito Ultra, invece, un anziano esercitava l’attività di allevatore di ovicaprini senza autorizzazioni né iscrizione alla banca dati veterinaria e senza un registro di stalla: sequestrati 50 capi.

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